In condizioni fisiologiche il sonno è suddiviso in successivi stadi, distinguibili tra loro sulla base di definiti criteri elettroencefalografici.
Da ZANASI "IL SOGNO TRA LA NEUROFISIOLOGIA E LA PSICOLGIA Nello stato di veglia il tracciato elettroencefalografico mostra un’attività elettrica rapida e a basso voltaggio (stato di desincronizzazione cerebrale).
Il tipico sonno notturno presenta fasi alternanti di sonno REM e sonno ad onde lente (NREM); la durata del primo periodo REM è in genere breve, non più di 10 minuti, ma diviene progressivamente maggiore nei cicli successivi.
Gli esseri umani passano circa il 25% del tempo complessivo del sonno nello stadio REM (Aserinsky & Kleitman 1953).
All’addormentamento l’EEG passa attraverso gli stadi 1-4 del sonno ad onde lente, nel giro di circa 45 minuti, per poi ripercorrerli in senso inverso in modo ciclico; gli stadi 1-4 mostrano un’attività con minor frequenza e di voltaggio progressivamente crescente (stato di sincronizzazione cerebrale)
Lo stadio 1, che occupa circa il 7% del sonno totale, rappresenta la fase dell’addormentamento in cui il soggetto è ancora risvegliabile, il tracciato elettroencefalografico passa da un ritmo alfa ad un ritmo theta.
Lo stadio 2 occupa circa il 50% del sonno totale; il tracciato EEG è caratterizzato dal ritmo theta e da onde più brevi ed isolate chiamate complessi K.
Gli stadi 3 e 4, che costituiscono circa il 15% del sonno totale, rappresentano il sonno profondo, sono caratterizzati da onde a bassa frequenza, ampie e lente, e sono accompagnati da una marcata riduzione del tono muscolare.
Dopo circa 90 minuti dall’addormentamento, l’EEG diviene desincronizzato, come nello stato di veglia; si instaura una abolizione del tono della muscolatura volontaria, ad eccezione dei muscoli che controllano i movimenti degli occhi, la funzione respiratoria, l’orecchio medio ed una incapacità di regolare la temperatura corporea. Questo stadio viene anche chiamato REM (Rapid Eyes Movements) dalla dimostrazione fatta da Dement e Kleitman nel 1957 circa la presenza di rapidi movimenti degli occhi (questi movimenti sono innescati da un’attività elettrica specifica che, come sarà detto più avanti, si realizza a livello ponto-genicolo-occipitali PGO).
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